Abbiamo fatto assistenza a svariati siti che avevano problemi di indicizzazione. Ovvero siti che non sono mai apparsi nella SERP o che prima erano ben posizionati e poi sono scomparsi.
Ci vari fattori che fanno si che influenzano l’indicizzazione. Di seguito vi raccontiamo cosa NON fare per indicizzare un sito, concentrandoci sulle pratiche suggerite da Google.
Le norme sulla qualità di Google
Le guide di Google offrono consigli su come sviluppare un sito in modo da renderlo idoneo alla visualizzazione. Parleremo nello specifico delle Norme sulla qualità. Google elenca specifiche tecniche vietate che possono portare all’omissione del sito dai risultati di Ricerca.
Se una di queste tecniche viene applicata Google esegue un’azione manuale al sito, per mettere un freno ai tentativi di manipolare l’indice di ricerca. Questo comporta un peggioramento del posizionamento oppure l’esclusione nei risultati di ricerca.
Di seguito elencheremo, cosa ci è capitato negli anni, ovvero cosa NON fare per indicizzare correttamente un sito.
1. Evitare i reindirizzamenti non ammessi
Reindirizzare significa inviare il visitatore a un URL diverso da quello che ha richiesto inizialmente.
Utilizzare il reindirizzamenti 301, quando si sposta il sito a un nuovo indirizzo, è consentito. Altri tipi di reindirizzamenti invece sono usati per ingannare i motori di ricerca, come ad esempio:
- Ai motori di ricerca viene mostrato un tipo di contenuto, mentre i visitatori vengono reindirizzati a contenuti notevolmente diversi.
- I visitatori da desktop visualizzano una pagina, mentre da mobile vengono reindirizzati a contenuti spam.
2. Non generare i contenuti automaticamente
Sono considerati contenuti generati automaticamente quei contenuti che sono stati generati in modo innaturale. Come ad esempio quelli che:
- Non hanno senso per il lettore, ma contengono parole chiave per la ricerca.
- Sono tradotti automaticamente e vengono pubblicati senza prima essere revisionati.
- Sono generati con processi automatizzati.
- Sono copiati, o leggermente modificati, da altre pagine web e pertanto non apportano nessun valore aggiunto.
3. Non ripetere la parola chiave troppe volte
Un caso particolare di contenuti generati automaticamente, che merita un capitolo a parte, è l’utilizzo ripetuto della parola chiave.
Riempire una pagina web di parole chiave o numeri inserendoli in elenchi o blocchi di testo, ripetendoli così tanto da suonare innaturali, non apporta nessun beneficio al posizionamento.
4. Non nascondere testo e link
Questa è la cosa che ci è capitata più spesso di dover correggere. Testo o link nascosti che ripetono le stesse parole chiave. Poco tempo fa abbiamo sistemato un sito che aveva parole chiave e link a pagine esterne nascoste nel footer.
Il testo può essere nascosto in diversi modi, ad esempio:
- Utilizzando testo bianco su uno sfondo bianco.
- Utilizzando CSS per posizionare del testo fuori dello schermo o nascondendolo dietro a un’immagine.
- Impostando le dimensioni di carattere su 0.
- Nascondendo un link in un carattere piccolo, ad esempio un trattino nel mezzo di un paragrafo.
5. Non creare schemi di link
Uno schema di link è un insieme di collegamenti tra siti web differenti che segue una configurazione non naturale.
Tutti i link creati per manipolare il ranking di un sito potrebbero essere considerati parte di uno schema di link e quindi una violazione. Ciò include sia i link in entrata che in uscita dal sito. Alcuni esempi sono:
- L’acquisto o la vendita di link. Cioè tutto quello che riguarda lo scambio di denaro, beni o servizi in relazione a link. Come ad esempio l’invio di un prodotto “gratuito” in cambio di una recensione positiva e dell’inclusione di un link.
- Creazione di pagine fatte unicamente per avere uno scambio di link.
- Utilizzo di programmi o servizi automatizzati per creare link al sito.
- Inserzioni o pubblicità in formato testo che aumentano la classificazione del PageRank.
- Link con tante parole chiave, nascosti.
- Commenti nei forum con inserzione di link ottimizzati nel post o nella firma.
I link a pubblicità PPC (pay-per-click) che non trasferiscono il PageRank all’acquirente dell’annuncio non violano le norme di Google. Per impedire l’aumento del PageRank si può:
- Aggiungere l’attributo rel=”nofollow” o un attributo più specifico al link.
- Reindirizzare i link a una pagina intermedia con accesso bloccato ai motori di ricerca mediante il file robots.txt.
6. No anche al Cloaking
Il cloaking è una tecnica mediante la quale è possibile mostrare ai motori di ricerca un contenuto differente da quello che realmente il sito internet propone agli utenti.
Non è possibile utilizzare questa tecnica lato server o tramite reindirizzamenti lato codice con PHP o Javascript.
Ad esempio:
- Creare una pagina di testo HTML per i motori di ricerca, ma far visualizare una pagina di immagini o Flash agli utenti.
- Inserire testo o parole chiave in una pagina solo quando la richiesta della pagina è fatta da un motore di ricerca e non un visitatore umano.
7. Proteggere il sito da hacker e spam
Anche la creazione di contenuti dannosi per i visitatori costituisce una violazione delle linee guida di Google, che tiene alla sicurezza degli utenti.
Quando un sito viene hackerato potrebbe produrre contenuti dannosi o alterare le proprie funzionalità, come ad esempio:
- Al click su un bottone l’utente viene mandato in una pagina diversa da quella che si aspetta.
- Visualizzazione di nuovi annunci o popup.
- Download indesiderati come: malware, trojan, spyware, annunci o virus.
- Modifica della pagina iniziale o le preferenze di ricerca del browser senza consenso del visitatore.
Come abbiamo appena visto, non tutte le violazioni sono intenzionali, potrebbe anche verificarsi che venga generato spam dai visitatori o utenti malintenzionati. Ad esempio nei commenti di un forum o di un blog o nelle recensioni di un e-commerce potrebbero essere inseriti dei contenuti spam.
Queste sono alcune delle cose da NON fare per indicizzare un sito, durante lo sviluppo iniziale, ma un sito deve essere costantemente manutenuto e sicuro nel corso del tempo.