Un paio di settimane fa, Google ha presentato i Core Web Vitals, una nuova serie di metriche per misurare la user experience dei siti web.
Dal 2021 i Core Web Vitals faranno parte di un aggiornamento dell’algoritmo di base, diventando un nuovo fattore di ranking.
L’obiettivo è quello di rendere più semplice, per l’utente, l’usabilità dei siti.
Cosa sono i Core Web Vitals
Nel 2010, Google ha annunciato che avrebbe tenuto conto della velocità del sito per determinarne il ranking. Nel 2018, viene tenuto conto della velocità della pagina nei risultati di ricerca mobile.
Per anni, ottimizzare le prestazioni dei siti web ha significato principalmente ottimizzarne la velocità. Ma i tempi di caricamento sono solo una parte dell’equazione e l’altra parte è più difficile da definire e misurare. Si tratta di come un utente sperimenta tutte queste ottimizzazioni. Il sito potrebbe essere veloce in base alle metriche, ma sembra veloce?
Secondo Google:
“Le migliori page experience permettono alle persone di interagire di più. Al contrario, pessime page experience possono impedire all’utente di trovare informazioni preziose.”
Ecco perchè a maggio 2020, Google ha annunciato i Core Web Vitals, una serie di metriche accuratamente studiate per determinare come poter migliorare la page experience dei propri siti.
I Core Web Vitals aumenteranno nel tempo, ma intanto per il 2020, Google ha identificato tre fattori specifici:
- Velocità di caricamento (loading), si misura con la metrica Largest Contentful Paint (LCP). E’ il tempo necessario per caricare il contenuto più grande della finestra presa in considerazione dal dispositivo (dovrebbe essere inferiore ai 2,5 secondi).
- Interattività della pagina (interctivity), si misura con la metrica First Input Delay (FID). Misura quanto tempo impiega un browser a rispondere a un’interazione innescata per la prima volta dall’utente (dovrebbe essere inferiore a 100).
- Stabilità visiva del caricamento (visual stability), si misura con la metrica Cumulative Layout Shift (CLS). Stabilisce se c’è uno spostamento imprevisto del layout della pagina che si sta caricando (dovrebbe essere inferiore a 0.1). Questa metrica è dedicata interamente alla prevenzione di una brutta user experince, come ad esempio premere un pulsante sbagliato, perché un annuncio è stato caricato all’ultimo momento.
La page experience e il ranking
Google utilizzerà le nuove metriche sopra citate, combinate con i fattori di già esistenti, per determinare il ranking delle pagine. Google utilizza un numero sconosciuto di fattori per creare il ranking dei siti.
I nuovi Web Vitals si uniscono, quindi, a diversi fattori già esistenti come:
- Caricamento, il più rapido possibile
- Compatibilità con i dispositivi mobili, ovvero l’ottimizzazione per i dispositivi mobili
- HTTPS, ovvero l’utilizzo di una connessione sicura
- Gli annunci pubblicitari con gli interstitial (pubblicità via web che vengono realizzate, solitamente, usando Flash o JavaScript) ben strutturati
Combinati, questi fattori tengono conto di come un utente percepisce l’usabilità di una pagina web.
“Un nuovo segnale che combina Core Web Vitals con i nostri fattori esistenti sulla user experience per fornire un quadro olistico della qualità dell’esperienza di un utente su una pagina Web”.
Il nome di questo aggiornamento algoritmico è Google Page Experience update.
Al momento dell’update cambieranno anche i criteri di idoneità con cui sono selezionate le pagine che rientrano nella sezione Notizie in Evidenza delle SERP di Google da dispositivi mobili. Non sarà più necessario avere AMP per comparire in questa sezione, ma ogni tipo di pagina potrà farne parte.
Conclusioni
Ovviamente, sarà ancora impossibile posizionare un sito con una grande user experience, ma con contenuti scadenti.
La qualità dei contenuti viene prima di tutto se si vuole ottenere buoni posizionamenti.
Noi per misurare le prestazioni dei nostri siti e Core Web Vitals utilizziamo:
Ricorda, l’aggiornamento non verrà implementato fino al 2021, ma gli strumenti sono disponibili, quindi puoi iniziare a testare e migliorare.
Foto di Kelly Sikkema da Unsplash